Notice: Function _load_textdomain_just_in_time was called incorrectly. Translation loading for the post-duplicator domain was triggered too early. This is usually an indicator for some code in the plugin or theme running too early. Translations should be loaded at the init action or later. Please see Debugging in WordPress for more information. (This message was added in version 6.7.0.) in /home/chapellens/www/wp-includes/functions.php on line 6114
Penitenzieria Apostolica: disciplina delle regole dell’indulgenza – Sanctuaire Sainte-Rita

-La Penitenzieria Apostolica, definita da Papa Francesco“tribunale della misericordia“, è il tribunale supremo della Chiesa Cattolica ed è responsabile della concessione del perdono ai penitenti in casi specifici come scomuniche, interdizioni, sacrilegi contro l’Eucaristia, ecc. 
-La Penitenzieria Apostolica è responsabile di tutto ciò che riguarda il foro interno e le indulgenze, che sono espressioni della misericordia divina. È diretta dal Penitenziere Maggiore, assistito dal Reggente e coadiuvato da alcuni officiali.
– La Penitenzieria Apostolica è responsabile di tutto ciò che riguarda la concessione e l’uso delle indulgenze, fatta salva la competenza del Dicastero per la Dottrina della Fede per l’esame di tutto ciò che riguarda la dottrina e del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti in materia di rito.

Nota sull’indulgenza plenaria concessa durante il Giubileo Ordinario dell’Anno Santo 2025

Angelo Card. de Donatis, Penitenziere Maggiore, e S.E. Mons. Krzysztof Nykiel, Reggente.

“È giunto il tempo di un nuovo Giubileo in cui la Porta Santa sarà nuovamente spalancata per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio”. (Spes non confundit, 6). Nella Bolla di indizione del Giubileo ordinario del 2025, il Santo Padre, in questo momento storico in cui “Dimenticando le tragedie del passato, l’umanità sta attraversando una nuova e difficile prova, in cui molte popolazioni sono oppresse dalla brutalità della violenza”. (Spes non confundit, 8), chiama tutti i cristiani a diventare pellegrini della speranza. Si tratta di una virtù da riscoprire attraverso i segni dei tempi “che contengono l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, (e) chiedono di essere trasformati in un segno di speranza”.. (Spes non confundit, 7), che dobbiamo aspettarci innanzitutto dalla grazia di Dio e dalla pienezza della sua misericordia.

Nella Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia del 2015, Papa Francesco aveva già sottolineato come, in questo contesto, l’Indulgenza Plenaria assumesse “un’importanza particolare” (Misericordiae vultus, 22), nella misura in cui la misericordia di Dio “diventa l’indulgenza del Padre, che raggiunge il peccatore perdonato attraverso la Sposa di Cristo e lo libera da tutto ciò che rimane delle conseguenze del peccato” (ibid.). (ibid.). Allo stesso modo oggi, il Santo Padre afferma che il dono dell’Indulgenza “permette di scoprire fino a che punto la misericordia di Dio è illimitata. Non a caso, nell’antichità, il termine “misericordia” veniva usato in modo intercambiabile con il termine “indulgenza”, proprio perché quest’ultimo intendeva esprimere la pienezza del perdono di Dio, che non conosce limiti”. (Spes non confundit, 23). L’indulgenza è quindi una grazia del Giubileo.

In occasione del Giubileo Ordinario del 2025, questo “Tribunale della Misericordia”, che, secondo la volontà del Sommo Pontefice, ha il compito di stabilire le condizioni per concedere e ricevere l’Indulgenza, intende suscitare e favorire nell’animo dei fedeli il desiderio di ottenere l’Indulgenza come dono di grazia proprio di ogni Anno Santo. Stabilisce quindi le seguenti prescrizioni, affinché i fedeli possano adottare “le disposizioni per ottenere e rendere effettiva la pratica dell’Indulgenza giubilare”. “ (Spes non confundit, 23).

Le altre concessioni relative all’Indulgenza rimangono in vigore durante il Giubileo Ordinario del 2025.

I fedeli veramente pentiti, senza attaccamento al peccato (cfr. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norma 20, § 1) e animati da spirito di carità che, durante l’Anno Santo, purificati dal sacramento della penitenza e nutriti dalla Santa Comunione, pregano per le intenzioni del Sommo Pontefice, otterranno dal tesoro della Chiesa una piena indulgenza, la remissione e il perdono dei loro peccati, applicabile alle anime del Purgatorio:

I – Durante i pellegrinaggi

I fedeli, pellegrini della speranza, possono ricevere l’indulgenza giubilare concessa dal Santo Padre se compiono un pellegrinaggio :

    • in qualsiasi luogo associato al Giubileo. Parteciperanno devotamente alla Messa (quando le norme liturgiche lo permettono, può essere celebrata la Messa propria del Giubileo, oppure la Messa votiva per la riconciliazione, per il perdono dei peccati, per chiedere la carità e la comprensione tra i popoli), a una Messa rituale per i sacramenti dell’iniziazione cristiana o per l’unzione degli infermi, una celebrazione della Parola di Dio, la Liturgia delle Ore (Ufficio delle Letture, Lodi, Vespri), la Via Crucis, il Rosario, l’inno acatista, una celebrazione penitenziale con confessione individuale da parte dei penitenti, come previsto dal Rito della Penitenza (seconda forma).
    • a Roma: in una delle quattro basiliche papali: San Pietro in Vaticano, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore, San Paolo fuori le Mura.
    • in Terra Santa: in una delle tre basiliche: il Santo Sepolcro a Gerusalemme, la Natività a Betlemme e l’Annunciazione a Nazareth. In altri distretti ecclesiastici: nella cattedrale o in altri luoghi scelti dall’Ordinario locale.

II – Durante una visita a un luogo sacro

  • I fedeli possono ricevere l’indulgenza giubilare anche visitando un sito giubilare, individualmente o in gruppo. Lì vivranno un momento di adorazione e mediazione eucaristica, concluso dal Padre Nostro, dal Credo e dall’invocazione di Maria, Madre di Dio. In questo modo, tutti “potranno sperimentare la vicinanza della più affettuosa delle madri che non abbandona mai i suoi figli” (Spes non confundit, 24).

  • Durante l’Anno Giubilare, oltre ai noti luoghi di pellegrinaggio, sarà possibile visitare altri siti sacri alle stesse condizioni:

  • a Roma: la Basilica di Santa Croce di Gerusalemme, la Basilica di San Lorenzo al Verano, la Basilica di San Sebastiano (si consiglia una visita alle “sette chiese” tanto care a San Filippo Neri), il Santuario del Divino Amore, la Chiesa di Santo Spirito in Sassia, la Chiesa di San Paolo alle Tre Fontane, luogo del martirio dell’Apostolo, e le catacombe cristiane, le chiese lungo la Via del Giubileo dedicate all’Iter Europaeum e le chiese dedicate alle patrone d’Europa e ai dottori della Chiesa (Basilica di Santa Maria sopra Minerva, Santa Brigita in Campo dei Fiori, Chiesa di Santa Maria della Vittoria, Chiesa della Trinità dei Monti, Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio).

  • in altri luoghi del mondo: le due basiliche papali minori di Assisi, San Francesco e Santa Maria degli Angeli, le basiliche pontificie di Nostra Signora di Loreto, Nostra Signora di Pompei, Sant’Antonio di Padova, qualsiasi basilica minore, cattedrale o chiesa concattedrale, santuario mariano, nonché qualsiasi chiesa collegiata o santuario scelto dal vescovo per il bene dei fedeli, qualsiasi santuario nazionale o internazionale, “luoghi santi di accoglienza e spazi privilegiati per promuovere la speranza” (Spes non confundit, 24), scelti dalla Conferenza Episcopale. I fedeli veramente pentiti che non possono partecipare alle celebrazioni solenni, ai pellegrinaggi o alle visite per giusti motivi (come le monache e i monaci di clausura, gli anziani, gli infermi, coloro che sono al servizio dei malati negli ospedali o in altri luoghi di cura), beneficeranno dell’indulgenza giubilare alle stesse condizioni, uniti spiritualmente ai fedeli presenti, soprattutto quando le parole del Sommo Pontefice e dei vescovi diocesani saranno trasmesse dai media. A casa o dove sono detenuti (ad esempio nella cappella di un monastero, di un ospedale, di una casa di cura, di una prigione, ecc.) reciteranno il Padre Nostro, il Credo secondo le forme legittime e altre preghiere in linea con gli obiettivi dell’Anno Santo, offrendo le loro sofferenze o le difficoltà della loro vita.

III – Nelle opere di misericordia e penitenza

Inoltre, i fedeli potranno ricevere l’indulgenza giubilare partecipando devotamente a missioni popolari, esercizi spirituali o incontri di formazione sui testi del Concilio Vaticano II e del Catechismo della Chiesa Cattolica, che si svolgono in una chiesa o in un altro luogo adatto, secondo l’intenzione del Santo Padre.

  • Anime del Purgatorio Nonostante la norma che impedisce di ricevere l’Indulgenza Plenaria più di una volta al giorno (cfr. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed, norma 18, § 1), i fedeli che hanno compiuto opere di carità a favore delle anime del Purgatorio, se accedono legittimamente al sacramento della comunione una seconda volta nello stesso giorno, possono ricevere due volte l’Indulgenza Plenaria, applicabile solo ai defunti (all’interno di una celebrazione eucaristica, cfr. can. 917 e Pontificia Commissione per l’Interpretazione Autentica del CIC, Responsa ad dubia, 1, 11 luglio. 1984). Questa doppia oblazione è un lodevole esercizio di carità soprannaturale. Essa mostra il legame, all’interno del Corpo Mistico, tra i fedeli che sono ancora in pellegrinaggio sulla terra e quelli che hanno raggiunto la fine del loro viaggio, poiché “L’indulgenza giubilare, in virtù della preghiera, è destinata in modo speciale a coloro che ci hanno preceduto, affinché ottengano piena misericordia. (Spes non confundit, 22).
  • Poiché, “durante l’Anno Giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per molti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio” (Spes non confundit, 10), l’Indulgenza Plenaria è legata in modo speciale alle opere di misericordia e di penitenza, che testimoniano la conversione intrapresa. (Spes non confundit, 10) l’Indulgenza Plenaria è legata in modo speciale alle opere di misericordia e di penitenza, che testimoniano la conversione intrapresa. Seguendo l’esempio e il comando di Cristo, i fedeli sono invitati a lavorare per la misericordia e la carità, specialmente per i più bisognosi. In particolare, riscopriranno :
  • “le opere di misericordia corporale: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere i malati, visitare i prigionieri, seppellire i morti”. (Misericordiae vultus, 15);
  • così come le opere di misericordia spirituale: consigliare chi è nel dubbio, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone fastidiose, pregare Dio per i vivi e per i morti” (ibid.). (ibid.).

Allo stesso modo, i fedeli potranno beneficiare dell’Indulgenza giubilare visitando, per un periodo di tempo sufficiente, persone in difficoltà (infermi, carcerati, anziani isolati, disabili, ecc.), compiendo così un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro (cfr. Mt 25, 34-36). Rispettando le condizioni spirituali, sacramentali e di preghiera, i fedeli potranno certamente ripetere tali visite durante l’Anno Santo, ricevendo così l’Indulgenza Plenaria ogni volta, e persino ogni giorno.

L’Indulgenza Plenaria potrà essere ricevuta anche attraverso iniziative che mettano in pratica concretamente e generosamente lo spirito di penitenza che è l’anima del Giubileo.

In particolare, l’obiettivo è quello di riscoprire il valore penitenziale del venerdì :

  • astenersi da distrazioni banali (reali o virtuali, attraverso i media e i social network) per almeno un giorno,
  • dal consumo superfluo (ad esempio digiunando o praticando l’astinenza secondo le norme della Chiesa o dei vescovi),
  • oltre a destinare una somma di denaro ai poveri,
  • sostenendo attività religiose o sociali, in particolare per difendere e proteggere la qualità della vita in tutte le sue fasi, i bambini abbandonati, i giovani in difficoltà, gli anziani bisognosi o isolati, i migranti provenienti da vari paesi, ecc. “che abbandonano la loro patria in cerca di una vita migliore per sé e per le loro famiglie ” ( Spes non confundit). (Spes non confundit, 13),
  • dedicare una quantità adeguata di tempo libero al volontariato, al servizio civile o ad altre forme di impegno.

Nel momento più opportuno durante questo periodo giubilare, in occasione di una celebrazione in cattedrale o in una chiesa giubilare, i vescovi diocesani, i capi delle eparchie e coloro che sono considerati equivalenti dal diritto, possono impartire la Benedizione Pontificia con l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che ricevono questa benedizione alle solite condizioni.

Per facilitare l’accesso al sacramento della penitenza e quindi al perdono di Dio attraverso il potere delle Chiavi, gli Ordinari sono invitati a concedere a canonici e sacerdoti il diritto di ascoltare le confessioni dei fedeli nelle cattedrali e nelle chiese scelte per l’Anno Santo, l’opzione limitata al forum interno, per i membri delle Chiese orientali Il canone 728, § 2 del CCEO, e per un’eventuale riserva il canone 727, ad eccezione, naturalmente, dei casi di cui al canone 728, § 1, per i fedeli della Chiesa latina, la facoltà di cui al canone 508, § 1 del CIC.

A questo proposito, la Penitenzieria invita tutti i sacerdoti a fare il dono generoso di se stessi, per offrire ai fedeli l’opportunità di beneficiare dei mezzi di salvezza. A tal fine, renderanno pubblici gli orari delle confessioni, in accordo con i parroci e i rettori delle chiese, rendendosi disponibili in confessionale e programmando con frequenza le celebrazioni penitenziali. Anche i sacerdoti che, per motivi di età, non hanno più un ministero definito, si renderanno disponibili. Laddove possibile, in accordo con il Motu proprio Misericordia Dei, si dovrebbe sottolineare l’opportunità pastorale di ascoltare le confessioni durante la celebrazione della Messa.

Per aiutare i confessori, la Penitenzieria Apostolica, su mandato del Santo Padre, stabilisce che i sacerdoti che accompagnano o si uniscono ai pellegrinaggi giubilari al di fuori della loro diocesi possano godere delle facoltà concesse loro nella loro diocesi dalla legittima autorità. La Penitenzieria Apostolica concederà facoltà speciali ai confessori delle basiliche papali, ai canonici e ai sacerdoti diocesani delle varie circoscrizioni ecclesiastiche.

Dopo aver debitamente informato i fedeli della gravità dei peccati associati a una censura o a una riserva, i confessori determineranno, con carità pastorale, una penitenza sacramentale in grado di favorire un autentico pentimento e, a seconda dei casi, di riparare eventuali conseguenze o scandali.

La Penitenzieria invita caldamente i vescovi, in quanto detentori del triplice munus di insegnare, guidare e santificare, a fare in modo di esporre chiaramente le disposizioni esistenti per la santificazione dei fedeli, tenendo conto delle particolari circostanze di luogo, cultura e tradizione. Una catechesi adattata alle caratteristiche socio-culturali di ogni popolo sarà in grado di proporre efficacemente il Vangelo e il valore del messaggio cristiano, radicando profondamente nei cuori il desiderio di questo dono unico, ottenuto in virtù della mediazione della Chiesa.

Il presente Decreto è valido per l’intero anno giubilare del 2025, nonostante qualsiasi disposizione contraria.

Dato a Roma, presso la Penitenzieria Apostolica, il 13 maggio 2024, in memoria della Beata Vergine Maria di Fatima.

Il Papa concede l’indulgenza plenaria per il Giubileo del 2025.

“La lotta di Sant’Antonio contro le tentazioni

Abate, primo padre dei Solitari d’Egitto

(251-356) celebra il 17 gennaio

Antonio nacque a Como, nell’Alto Egitto. Se la gloria dell’eremita Paolo è quella di aver dato il primo esempio conosciuto di vita nascosta nel deserto, quella di Antonio è quella di aver riunito un popolo di solitari sotto le regole di una vita comune. Antonio aveva ricevuto un’educazione profondamente cristiana dai suoi genitori.

Poco dopo la loro morte, quando aveva diciotto anni, sentì leggere in chiesa queste parole del Vangelo: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi tutto quello che hai e dai il prezzo ai poveri”. Prese subito a cuore queste parole e, volendole rispettare alla lettera, si ritirò nel deserto, dove divideva il suo tempo tra la preghiera e il lavoro; l’unico pasto che consumava dopo il tramonto era un po’ di pane, sale e acqua, e a volte si asteneva fino a quattro giorni interi; il poco sonno che si concedeva, lo faceva su una semplice stuoia di giunco o sulla nuda terra.

In due occasioni si addentrò nel deserto e sprofondò nella penitenza e nella preghiera. La persecuzione lo fece tornare nel mondo: “Andiamo”, disse, “a vedere i trionfi dei nostri fratelli che combattono per la causa di Dio; andiamo a combattere con loro”. Lo abbiamo visto aiutare i confessori di Gesù Cristo nelle prigioni, accompagnarli davanti ai giudici ed esortarli ad essere saldi. Il suo coraggio stupì sia i giudici che i boia; cento volte andò vicino al martirio, ma Dio aveva in serbo per lui un’altra corona.

Quando le persecuzioni cessarono, tornò nel deserto, fondò monasteri e divenne il padre di una moltitudine di religiosi. Il lavoro delle loro mani, il canto degli inni, la lettura dei Libri Santi, la preghiera, i digiuni e le veglie erano la loro vita.

Il deserto, abitato dagli angeli, fiorì di ogni virtù e Antonio fu l’anima di questo grande movimento cenobitico.

Morì all’età di centocinque anni. La sua gioia nel lasciare questa terra fu così grande che gli sembrò di vedere il cielo aperto davanti ai suoi occhi e gli spiriti celesti pronti ad accompagnarlo.

Sant’Antonio è particolarmente famoso per le sue battaglie contro i demoni. Le legioni infernali lo colpivano e lo lasciavano mezzo morto; gli spiriti maligni assumevano le forme più orribili per spaventarlo, ma lui rideva dei loro sforzi. Dopo averli scacciati con il segno della croce, disse: “Dove sei stato, Signore? gridò, e Dio rispose: “Antonio, ero con te e ho gioito della tua vittoria.